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Lunedì, 20 Gennaio 2020 20:13

Grido d'allarme

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Partiamo dal presupposto che la salute e di conseguenza la vita siano, in natura, due elementi essenziali ed ineludibili senza i quali tutto il resto non assume alcun significato.

La teoria dell’evoluzione ci insegna che ogni organismo vivente ha elaborato nel tempo strategie e azioni che gli consentono di sopravvivere e di procreare. Limitandoci alla razza umana e comparandone il comportamento con il basilare assunto sopra esposto ci accorgiamo che ci stiamo muovendo con pervicacia nella direzione opposta e cioè verso quello che Justin McBrien definisce il “primo sterminio globale”. Lo stesso autore in un suo recente articolo sostiene che: «E’ da qualche centinaia di anni che la logica capitalistica dell’accumulo eco-genocida sovrintende all’eliminazione fisica della vita umana e non umana e all’eradicazione della cultura legata al linguaggio, alle tradizioni e alla conoscenza collettiva, ciò che costituisce la biodiversità. Brucia la “Biblioteca della vita”, di fatto irrecuperabile e ne impedisce contemporaneamente i futuri capolavori. Infligge non solo distruzione fisica, ma anche dolore psicologico e traumi poiché persone e popoli vedono le loro terre sommerse dal mare, divorate dagli incendi, annegate nel fango».

Le modificazioni del clima e i fenomeni meteorologici estremi, anche alle nostre latitudini, sono sempre più evidenti e si manifestano con sempre maggior frequenza. Poco importa se la causa di tutto questo sia antropica o meno ciò che conta è l’evidenza fattuale ormai diventata inconfutabile. Se anche non ne fosse la causa primaria l’uomo con i suoi comportamenti predatori e inquinanti non fa altro che accelerare questo processo di auto-distruzione che più passa il tempo e più rischia di diventare incontrovertibile e su alcune questioni non proprio secondarie, quali l’innalzamento della temperatura, lo è già diventato. Fortunatamente il fenomeno Greta Thunberg è esploso a livello globale facendo prendere consapevolezza a milioni di persone, soprattutto giovani, sulla necessità di agire senza indugiare oltre. A questo proposito evidenziamo con gioia la nascita di un comitato locale del movimento internazionale Fridays for Future che in breve tempo ha già prodotto una petizione da inviare a Sindaco e Amministrazione con la quale si chiede la dichiarazione, da parte del Consiglio Comunale, dell’emergenza climatica. La lezione che abbiamo imparato su cosa fare dal punto di vista della salvaguardia ambientale, ma anche della sopravvivenza dell’uomo sul globo terracqueo, ci dice che non possiamo più aspettare salvifici interventi da parte dei potenti della Terra, ma dobbiamo cominciare a ragionare dal livello locale, comunitario e del singolo cittadino. Contaminandosi tra di loro le esperienze che nasceranno potranno costituire una massa critica in grado di influenzare governi e parlamenti di tutto il mondo, ma l’importante è partire, rompere quel muro di indifferenza e di chiusura individuale che sta caratterizzando questo primo ventennio del terzo millennio.

Da dove possiamo cominciare? Nel nostro piccolo come lista civica presente in Consiglio Comunale da anni ci battiamo per far intraprendere all’Amministrazione comunale iniziative ambientalmente virtuose tali da dare il buon esempio alla comunità amministrata. Venendo ai giorni nostri abbiamo presentato da qualche tempo due mozioni molto importanti almeno per attivare  un dibattito su alcuni temi di attualità che potranno interessare il territorio eporediese nei prossimi anni.

La prima riguarda l’installazione di un‘antenna “sperimentale” a tecnologia 5G nella centralissima piazza S. Francesco d’Assisi molto vicina all’ex Istituto Moreno, al liceo Botta, alla Questura, al Municipio, ad un bar-ristorante, negozi e a molte famiglie residenti.

E’ importante chiarire su questo tema che ad oggi non esiste alcuna certezza scientifica sulla non pericolosità delle emissioni elettromagnetiche di questa muova tecnologia che oltre tutto si andrebbe a sommare ai già esistenti 4G, 3G, Wi-Fi e via discorrendo.

Chiariamo subito che non siamo contro l’innovazione tecnologica, ma ciò che riteniamo assurdo è sperimentare direttamente sulle persone impianti non ancora testati e validati dal mondo scientifico dal punto di vista della loro nocività per la salute umana. La città di Ivrea peraltro si è dotata nel 2018 di un Regolamento per le Stazioni Radio Base di telefonia mobile imperniato sui principi di “minimizzazione delle emissioni elettromagnetiche e di precauzione” il che vuol dire che se non si conosce la possibile pericolosità di un impianto non lo si utilizza fino a quando non ci saranno certezze dichiarate da enti di controllo autorevoli e terzi.

La seconda mozione riporta invece in discussione in Consiglio Comunale la richiesta di dichiarazione di emergenza climatica già approvata da centinaia di Comuni, Regioni, Stati. Mozione peraltro già presentata da Viviamo Ivrea qualche mese fa che è stata incredibilmente bocciata da una maggioranza appiattita sulle idee negazioniste di un’unica consigliera nonostante si tratti di teorie da tempo smontate e smentite dalla comunità scientifica internazionale. Questa nuova mozione prende spunto e fa propria integralmente una petizione, con relativa raccolta di firme, elaborata dai ragazzi del movimento Fridays for Future Ivrea, citato in precedenza, e indirizzata all’Amministrazione Comunale. Entrambe le mozioni saranno in discussione nel Consiglio Comunale di mercoledi 22 gennaio e la speranza è che  l’attuale maggioranza sappia cogliere lo spirito propositivo che le accompagna, nell’ottica di una sempre maggiore sensibilità nei confronti della salute dei cittadini ormai sottoposti a forme di inquinamento sempre più numerose e a dosi sempre maggiori.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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