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Lunedì, 14 Giugno 2021 19:18

Pensare futuro

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Nelle scorse settimane abbiamo evidenziato la scarsa o nulla programmazione dell’attuale amministrazione per ciò che riguarda le opere pubbliche comprese le manutenzioni. Va anche detto che le amministrazioni precedenti non si sono certo distinte su questo fronte tanto che dei due ultimi mandati si ricordano solamente il Ponte passerella, ereditato dalla precedente giunta Grijuela, il tanto discusso tratto di  pista ciclabile in corso M. D’Azeglio e la disastrosa rotonda di piazza Balla che ha peggiorato una viabilità già caotica prima delle sua realizzazione.

Le precedenti giunte targate PD si sono giustificate dando la colpa al patto di stabilità e qualcosa di vero c’è, ma certamente non hanno brillato per intraprendenza e visione strategica. Questo per ciò che riguarda gli investimenti del Comune, ma a questi si può aggiungere l’orrendo parallelepipedo del Poliambulatorio pagato dall’ASL - quindi dai contribuenti - , ma reso possibile solamente grazie ad una variante al PRG da parte dell’amministrazione di allora. Riguardo questo eco-mostro va anche ricordato che qualche mese fa si sono staccati dei pezzi di rivestimento delle pareti esterne che solo per miracolo non hanno causato danni alle persone. 

La campagna elettorale del 2018 si è caratterizzata proprio per la forte richiesta da parte nostra di un radicale cambio di passo e di metodo. Richiesta alla quale si è accodata la coalizione di centro destra promettendo un sostanziale cambiamento e la realizzazione di una serie di opere pubbliche che già allora noi sostenevamo essere, con responsabile realismo, insostenibili per la casse comunali alla luce dei bilanci degli ultimi anni.

A tre anni dall’inizio del nuovo mandato, di tutte le promesse fatte s’è visto ben poco soprattutto per ciò che riguarda il “modus operandi” dell’attuale amministrazione che non si discosta quasi per nulla da quello della precedente. Coinvolgimento del Consiglio Comunale pari a zero, partecipazione ai processi decisionali e coinvolgimento dei cittadini e del mondo associativo impalpabile e quasi assente, programmazione inesistente e continui cambiamenti delle scelte strategiche per il prossimo futuro, variante del PRG e nuova biblioteca ferme al palo da anni, nessuna considerazione per le tematiche ambientali amplificate dal cambiamento climatico a livello globale.

Tutte criticità che abbiamo evidenziato nei 5 anni del secondo mandato Della Pepa, ma che, fatta salva un po’ di propaganda pre-elettorale, non hanno trovato finora nessuna risposta da parte dell’attuale maggioranza.

Questa gestione ondivaga si è evidenziata maggiormente con la partecipazione al bando emanato con DPCM del 21 gennaio per la rigenerazione urbana. Non essendoci nessun progetto nel cassetto e nessuna idea strategica elaborata in questi tre anni si sono individuati  una serie di interventi eterogenei che non ci sembrano calzanti con le finalità richieste.

Ciò che noi crediamo indispensabile è un deciso salto di livello, soprattutto qualitativo, da parte della politica, con particolare riferimento a quella locale, che dovrebbe essere incentrata sulla buona amministrazione e sul bene comune mettendo da parte ideologie ormai anacronistiche che risultano essere, quasi sempre, divisive e senza sbocchi concreti per le necessità della città e dei cittadini.

Nel nostro piccolo, più che parlare per slogan, abbiamo incentrato la nostra proposta amministrativa, in caso di vincita delle elezioni, su un programma che abbiamo preferito definire “progetto” suddiviso in interventi e azioni di breve, medio e lungo periodo. Progetto da monitorare costantemente e da valutare nel corso del tempo con il Consiglio Comunale e con i cittadini tramite nuove forme di dibattito pubblico oggi inesistente. Monitoraggio e valutazioni necessari per consentire all’esecutivo e alla maggioranza eventuali aggiustamenti in corso di mandato. Noi crediamo fortemente che questa sia l’unica modalità utile di fare politica a livello locale.  Si individuano una serie di azioni, opere, attività sulle quali venire giudicati con il voto e poi ci si impegna a concretizzarle pena una chiara e lampante perdita di credibilità.

La pandemia avrebbe dovuto insegnarci a guardare alle politiche pubbliche e alle necessità delle persone con uno sguardo nuovo capace di andare oltre inutili divisioni ideologiche e scontri partigiani senza capacità di mediazione. I problemi amplificati dalla pandemia già erano ben presenti, ma non si è mai fatto nulla o troppo poco. Ora però non possiamo più fare finta di niente: sanità e scuola pubblica, lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento, salvaguardia dell’ambiente e vivibilità delle città sono esigenze contingenti e urgenti e non più procrastinabili né, tantomeno, negabili.

Su questa strada virtuosa dovrà dirigersi la politica locale di domani se non vogliamo che la città di Ivrea e il territorio circostante diventino terre di confine dalla quali i giovani scappano a gambe levate per l’assenza di opportunità di studio, lavoro, divertimento. Questo vuol dire meno nuove famiglie, meno figli, meno innovazione e forza lavoro, invecchiamento demografico generalizzato, tutte situazioni che possono creare un mix sociale letale per una comunità che ancora deve trovare una strada di uscita alla fine, ormai datata, della Olivetti e di tutto ciò che questa grande industria ha saputo dare al nostro territorio.

L’eredità economica, morale e di innovazione lasciataci è stata ampiamente e cinicamente prosciugata, a scapito delle nuove generazioni. Ora serve una cesura col passato e una politica capace di guardare avanti poggiando su basi moderne adeguate ai tempi e al mondo iper-connesso e tecnologico nel quale siamo immersi.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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