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Lunedì, 04 Aprile 2022 22:31

Se il Consiglio Comunale diventa inutile

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L’ultimo Consiglio Comunale della settimana scorsa ha evidenziato per l’ennesima volta l’impoverimento del dibattito politico, anche a livello locale. Purtroppo da anni assistiamo passivamente ad uno stravolgimento radicale del funzionamento di quel “sistema democratico” definito da quella Costituzione Italiana che, riletta oggi, assume sempre di più un valore incommensurabile svilito nel tempo dalla pochezza dei rappresentanti politici degli ultimi decenni.

 

Snaturata e svuotata completamente la funzione originaria dei partiti politici quali rappresentanti e mediatori delle istanze dei cittadini, perché troppo impegnati ad ascoltare le sollecitazioni dei grandi gruppi di interesse economico, ci troviamo oggi di fronte ad una democrazia che nulla, o quasi, possiede ancora degli ideali, delle regole, dell’etica espressa dalle madri e dai padri costituenti.

A livello nazionale siamo ormai entrati di fatto in una sorta  di “autocrazia” nella quale il Parlamento è diventato un mero orpello senza alcun peso grazie a onorevoli e senatori che pur di non perdere la poltrona e col forte rischio di non venire rieletti sembrano disposti ad approvare qualunque cosa pur di non indispettire il capo supremo ed arrivare a fine legislatura. Anche se questo vuol dire aumentare a dismisura le spese militari (fino a 38 miliardi di euro l’anno!) dando un sonoro ceffone in faccia a tutte le persone senza lavoro o con lavori precari, pericolosi, senza tutele e sottopagati, alla sanità e all’istruzione pubblica ridotte a livelli insopportabili, ad infrastrutture colabrodo, alla salvaguardia del territorio e dell’ambiente e via  discorrendo.

A cascata questo modo di interpretare la politica ha pervaso ormai anche gli enti locali a partire, per ciò che ci riguarda, da quella Regione Piemonte che col cambio di colore politico è riuscita, ad esempio, a svuotare la legge di contrasto al gioco d’azzardo faticosamente approvata, dopo molte sollecitazioni dal basso, dalla precedente amministrazione fregandosene della buona abitudine istituzionale di non stravolgere atti assunti “democraticamente” in precedenza. Questo a dimostrazione del livello infimo di una classe politica incapace di riconoscere, per mera deriva ideologica, un processo legislativo lungo, faticoso, ponderato, dibattuto per anni e finalizzato a stemperare gli effetti dannosi della piaga del gioco d’azzardo. Attività, spesso ai confini della legalità, che sta mettendo in ginocchio un numero sempre maggiore di famiglie facendo aumentare esponenzialmente i casi di ludopatia (patologia derivante dalla dipendenza da gioco d’azzardo) che vanno ad intasare le già carenti strutture sanitarie pubbliche.

Ciò che manca oggi alla politica è la capacità di discutere, di dibattere con onestà intellettuale sapendo accantonare interessi di parte e/o di partito. Manca la capacità di ascoltare, di saper analizzare oggettivamente quanto proposto dalle minoranze, di avere il coraggio di cambiare le proprie idee su una questione specifica in seguito a un dibattito imperniato sul bene comune e sull’interesse della collettività.

Si diceva ad inizio articolo dell’ultimo Consiglio Comunale. Bisognerebbe che chi ha a cuore le sorti della nostra città e del territorio circostante seguisse di più questo teatrino di finto dibattito democratico per vedere coi propri occhi come certe decisioni vengono prese. Il passaggio in Consiglio Comunale di una proposta di Delibera, come di una proposta di Legge in Parlamento, sono diventate una mera operazione di facciata per legittimare formalmente decisioni già prese dagli esecutivi.

Ma le Assemblee, siano esse il Parlamento o i Consigli Regionali e Comunali,  inserite tra gli organismi istituzionali individuati dalla Costituzione della Repubblica Italiana, avrebbero ben altro compito che quello di ratificare passivamente, senza poter intervenire, i documenti presentati dall’esecutivo di turno. Dovrebbero infatti concorrere, tramite il dibattito in aula, al miglioramento e, se necessaria, alla modifica delle proposte arrivate in discussione anche perché ogni documento è sempre perfettibile.

Nell’ultimo Consiglio Comunale ad esempio la maggioranza si è rifiutata di accogliere una proposta delle minoranze per la modifica del “Regolamento di organizzazione e di accesso ai servizi scolastici”. La richiesta consisteva nell’eliminazione dell’ultimo periodo dell’art.12 che definisce il trasporto scolastico per ciò che riguarda: “i minori con disabilità grave” che recita testualmente a proposito del trasporto di quest’ultimi: “La scuola scelta dovrà essere quella più vicina a casa, che offre il corso di studi prescelto”.

Intanto se l’italiano non è un’opinione una scelta si può effettuare solo se ci si sono più opzioni se no non è una scelta, ma un’imposizione per cui quel periodo andrebbe comunque modificato. Ciò che troviamo però discriminante e non giustificato è limitare la scelta della scuola da frequentare, agevolandosi del servizio di trasporto pubblico, ai “minori con disabilità grave” quando la Legge dice che tutti i ragazzi possono scegliere di frequentare la scuola che preferiscono. Una volta istituito il servizio diventa irrilevante, anche dal punto di vista economico, trasportare un ragazzino nella scuola più vicina a casa o in un’altra ritenuta maggiormente idonea alle proprie problematiche purché all’interno della città. Su questo punto i consiglieri di maggioranza non si sono espressi e l’Assessora Povolo non ha manifestato la volontà di modificare il testo appellandosi a presunte formalità ovviamente superabili in quanto fino a prova contraria il Consiglio Comunale ha tutta la facoltà di poter modificare qualsiasi atto che rientri nella sua competenza. E questo è solo l’ennesimo esempio dell’inutilità di un Consiglio Comunale nel quale i consiglieri di maggioranza non proferiscono parola limitando le sedute ad un improprio dibattito tra le forze di minoranza e gli assessori, che non sono anche consiglieri, ribaltando le più elementari regole del processo democratico.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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