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Martedì, 06 Novembre 2018 16:09

Piove governo ladro

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Se è abitudine dei media, o per lo meno di alcune tipologie di media, tenere sott’occhio e criticare a prescindere il potere costituito dovrebbe invece essere compito della politica e degli amministratori pubblici andare oltre la mera critica dell’avversario mettendo in campo anche una responsabile attività propositiva. E’ ovvio che a giovarsene sarebbero la collettività e il bene comune.
Perché questo non accade nella politica contemporanea nel mondo, non tutto, e in particolar modo in Italia? Per quanto riguarda i media perchè in larghissima maggioranza sono schierati e partigiani, spesso con mani e penne legate dall’editore di riferimento. Per quanto riguarda i politici perché è diventato di accezione comune il fatto che chi ha perso le elezioni e si trova in minoranza si deve “opporre” aprioristicamente a chi le elezioni le ha vinte indipendentemente dai contenuti e dal merito delle proposte presentate. Ovviamente questo vale sia per il livello nazionale che per quello locale ed è una delle caratteristiche peculiari dei partiti che il loro “essere di parte” lo manifestano già nell’etimo.

La monolitica politica di parte, e qui destra e sinistra non si distinguono, in Italia proprio non riesce ad accettare, come accade invece in altre nazioni, di trovarsi in minoranza accettando la sconfitta e mettendosi a disposizione della nazione o della città criticando certamente le attività governative non condivise, ma non limitandosi a quello.
Ad esempio la nostra attività politica, basata sul civismo e sul realismo, può anche essere molto dura nella critica, ma deve sempre essere accompagnata da motivazioni dettagliate, modifiche e integrazioni a un atto presentato e/o da proposte alternative.
Secondo il nostro punto di vista le differenze valoriali tra chi si candida ad una elezione, qualunque essa sia, devono essere chiaramente esplicitate nei propri programmi politici e messe nero su bianco per onestà nei confronti degli elettori dopodiché, una volta definito l’esito della competizione, ci si dovrebbe concentrare sui problemi reali dei cittadini soprattutto quando una iniziativa della maggioranza di governo corrisponde ad una propria proposta programmatica.
Si tratta certo di un salto culturale non indifferente che richiede tempo, ma la situazione socio-economica-ambientale nella quale viviamo di tempo non ce ne concederà ancora molto. Si dovranno modificare le stesse basi teoriche sulle quali si è ragionato fino ad oggi e va detto che in molte parti del mondo stanno germogliando iniziative molto interessanti e innovative che si muovono in tal senso. L’affermazione dei Verdi in Germania ne è un esempio. Si deve mettere in atto una trasformazione capace di incentrare il dibattito politico su temi oggettivi, contemporanei e universali: dalle guerre alla distruzione dell’ambiente, dalla povertà ai cambiamenti climatici, dall’inquinamento a disuguaglianze sempre maggiori e sempre più insopportabili.
La domanda ricorrente che si ripropone a tutti coloro i quali stanno cercando di percorrere una strada di cambiamento e: “Da dove si comincia?”
Come sa chi ci legge o ci segue la nostra idea di cambiamento parte dal locale e potrebbe quindi partire anche da Ivrea così come è accaduto in altre città italiane più o meno piccole dalle quali si potrebbero attingere infiniti progetti, idee e buone pratiche.
La chiave perché questo accada è che si crei un pensare comune, alimentato da valori alti, che sappia andare oltre le beghe di partito e di forze politiche troppo condizionate dall’alto e che cambiano ad ogni elezione dovendo ripartire da capo ogni volta. Temi concreti e risposte ai bisogni vs ideologie anacronistiche e liturgie superate dalla storia.
Per fare questo abbiamo dato vita ad un progetto politico, costruito negli anni, dove ciò che serve per amministrare la città è scritto punto per punto nel metodo e nel merito.
Si tratta di un documento a cui si può ispirare chiunque si trova o si troverà a governare la città, noi lo mettiamo volentieri a disposizione. Quando ci siamo posti la domanda su dove cominciare la risposta è venuta fuori in maniera naturale e cioè la cura e la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo in quanto pre-condizione perché tutti gli altri temi possano venire affrontati. Se non ci sono un ambiente sano e la salute tutto il resto diventa secondario. Per questo è necessario invertire immediatamente la rotta, anche a livello locale, sul rispetto dell’ambiente, in tutte le sue accezioni, sulla lotta all’inquinamento dell’aria, dell’acqua, ma anche di quello domestico e dei luoghi di lavoro, sul diritto ad una mobilità sostenibile e sicura (basta morti per incidenti in città!), sulla cementificazione del territorio, sul dissesto idrogeologico e via discorrendo. I disastri e i morti per il maltempo di questi giorni ci dovrebbero far riflettere seriamente.
Su tutti i temi sopra elencati, e ne abbiamo individuati molti altri nel nostro progetto, un’amministrazione locale può fare molto smettendo di trovare capri espiatori per mascherare solo, in tal modo, uno strutturato immobilismo e la carenza di idee. Basta piagnucolare: “piove governo ladro” non basta più bisogna proporre alternative.
Nell’ottica di quanto sopra prefigurato, come gruppo civico Viviamo Ivrea, cerchiamo di fare la nostra parte e per essere estremamente concreti e propositivi abbiamo convocato, detenendone la presidenza, due sedute ravvicinate della Commissione consiliare Assetto del Territorio, Ambiente, Viabilità per il 6 e l’8 novembre.
Si tratta di due incontri diversi nella loro impostazione, ma entrambi finalizzati a mettere in atto dei processi innovativi e partecipativi basati sull’acquisizione di dati, conoscenze, criticità, proposte, migliorie.
Nella prima si parlerà di sicurezza negli edifici pubblici, di modalità di assegnazione dei beni di proprietà comunale e di manutenzione. La seconda verterà invece sulle criticità della nuova pista ciclabile di Corso M.D’Azeglio e della relativa rotonda. Se ne discuterà con i vigili urbani del Comune e una serie di enti/organizzazioni interessate dalla questione, dai commercianti agli autisti dei bus, dai vigili del fuoco ai conducenti delle ambulanze, dai responsabili di Pedibus e Bicibus a Legambiente. Toccherà poi all’esecutivo saper tradurre in atti concreti i risultati, le modifiche, le richieste provenienti da questi incontri. Si tratta di un primo tentativo e noi crediamo sia la strada giusta per intraprendere un percorso di cambiamento radicale delle modalità e delle abitudini di una classe politica che non ha saputo leggere le profonde trasformazioni sociali di questo inizio di terzo millennio.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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