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Lunedì, 17 Gennaio 2022 15:39

Non si muore di solo Covid-19

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Abbiamo appreso dai giornali dell’appello di 7 sindaci, tra cui quello di Ivrea, alla Città Metropolitana di Torino e alla Regione Piemonte per chiedere una deroga alle limitazioni del traffico scattate per l’eccessivo tasso di inquinamento dell’aria nelle loro città. Si tratta di un’iniziativa quantomeno singolare che la dice lunga su quanto vengano prese sul serio le problematiche sanitarie legate all’aria sempre più irrespirabile che quotidianamente ammorba i centri urbani, soprattutto nelle ore di punta, con continui e massicci sforamenti di svariati parametri tra i quali spiccano le polveri sottili altresì definite particolato atmosferico.

 

Tale agente inquinante ha una composizione molto varia che dipende dalla fonte che lo ha prodotto e può comprendere metalli pesanti, solfati, nitrati, ammonio, carbonio organico, idrocarburi aromatici policiclici, diossine e furani, con l’aggravante di essere composto di particelle molto piccole (PM10, PM 2.5) che permanendo anche a lungo nell’aria possono venire facilmente inspirate raggiungendo le zone più profonde del polmone.

Sono ormai molti gli studi a livello internazionale che confermano una correlazione tra l’esposizione alle polveri sottili e diverse malattie che determinano un incremento della mortalità a seguito di patologie sempre più frequenti quali bronchiti croniche, asma, riduzione della funzionalità respiratoria e rischio di tumore delle vie respiratorie. Un’aggravante di questo patogeno è che tra i soggetti maggiormente a rischio ci sono neonati e bambini perché maggiormente esposti a causa del loro organismo e sistema immunitario ancora in fase di sviluppo. E’ stato infatti calcolato che il 93% degli under 15 a livello globale respira  un’aria altamente inquinata che mette in serio pericolo il loro sviluppo e la salute del loro apparato respiratorio e cardiovascolare.
Nonostante la stessa OMS raccomandi di tenere le concentrazioni di particolato più basse possibile l’Italia vanta un primato negativo a livello europeo risultando, secondo una ricerca della prestigiosa rivista scientifica The Lancet del 2019, prima in Europa e undicesima nel mondo per vittime premature a causa di una eccessiva esposizione alle PM 2,5. Sono state stimate a livello europeo ben 281.000 morti per esposizione alle PM 2,5 delle quali una su sei è italiana.

Per quanto riguarda le cause, sempre attingendo dalla vasta letteratura in materia, si sa che una delle maggiori fonti di polveri sottili, che sono prevalentemente di origine antropica, sono i motori a scoppio delle automobili. Per questo d’inverno le temperature basse e la scarsità di precipitazioni favoriscono il ristagno dell’aria a livello del suolo con accumuli di polveri sottili che possono durare diversi giorni. Le limitazioni del traffico sono quindi oggi una delle soluzioni più immediate in grado di ridurre l’immissione di particolato in atmosfera contribuendo a ridurre il livello di polveri sottili che respiriamo. Basta uscire per la città nelle ore di punta per toccare con mano la pessima qualità dell’aria. Più automezzi circolano, maggiore è il traffico così che si allungano i tempi di permanenza in coda degli autoveicoli con un aumento esponenziale dei gas di scarico. I dati delle centraline di rilevamento sono inequivocabili e la DGR 6 agosto 2021 – “Accordo di Programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualità dell'aria nel Bacino Padano” è categorica e non si capisce per quale motivo il nostro Sindaco chieda una deroga alle necessarie e urgenti limitazioni messe in campo per l’intero bacino padano che è uno dei siti più inquinati in Europa. È così che si tutela la salute dei cittadini?

Certamente ci sono altre fonti che emettono polveri sottili quali le centrali di energia a carbone, le stufe a legna o a pellet, i caminetti ed anche gli allevamenti zootecnici di tipo intensivo, ma il fatto che non si agisca su tutti questi fronti non giustifica certo il fatto che si debba “chiudere un occhio” sui veicoli con motore a scoppio che comunque contribuiscono con una percentuale importante alle emissioni inquinanti in atmosfera.

Va ricordato che i sindaci sono la massima autorità sanitaria del Comune da loro amministrato e dovrebbero garantire, per quanto nelle loro possibilità, la salute dei cittadini potendo emettere, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere locale, ordinanze contingibili e urgenti in quanto rappresentanti della comunità locale.

Alla luce delle responsabilità stabilite dalla Legge per i primi cittadini e dei dati sopra riportati, prelevati da fonti autorevoli in campo scientifico, viene da chiedersi con quale criterio sia stata fatta questa richiesta di deroga che comunque, per fortuna, le autorità competenti hanno subito rimandato al mittente. Lo stesso Assessore regionale Marnati, dello stesso colore politico dei Sindaci appellanti, ha chiaramente detto che: “non ci sono spazi per una deroga e che il semaforo antismog è una misura di salute pubblica al pari di quelle emanate per il covid-19”.

Ovviamente di tutto questo nessuno ha parlato con i consiglieri comunali nemmeno per il tramite delle Commissioni Ambiente e Viabilità che sono quelle competenti in materia così che il nostro Sindaco ha giustificato la richiesta di deroga con il fatto che c’è un sistema di trasporto pubblico inefficiente non in grado di garantire il distanziamento tra le persone. Più che inefficiente abbiamo un servizio di trasporto pubblico indecente con mezzi vecchissimi che provengono, per la maggior parte, dalle dismissioni della città di Torino.

È questa una posizione inaccettabile della Giunta eporediese che invece di battersi, come chiediamo da anni, per un servizio di trasporto pubblico dignitoso e adeguato ai tempi si trincera dietro queste inefficienze per spingere i cittadini verso l’utilizzo indiscriminato delle auto private comprese le più inquinanti, andando contro le indicazioni sempre più pressanti che provengono soprattutto dall’Europa. Invece di proporre soluzioni demagogiche, che vanno contro ogni più elementare attività di contrasto al dilagare dell’inquinamento atmosferico, non sarebbe meglio, se proprio non si vogliono discriminare i possessori di auto più o meno nuove, estendere le limitazioni a tutte le auto con il motore a scoppio, ma battendosi con tutte le forze per implementare e ammodernare il parco mezzi del trasporto pubblico sia esso su gomma che su ferro?

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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