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Mercoledì, 19 Ottobre 2022 23:56

La montagna ha partorito un topolino (costoso)

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Molti lettori avranno sentito parlare almeno una volta negli ultimi due anni della questione Movicentro. Parliamo di un edificio costruito nei pressi della stazione ferroviaria lato area ex Montefibre in due lotti con soldi pubblici, tra cui quelli della Città di Ivrea. Il primo lotto collaudato il 29.12.2004 e il secondo il 13.03.2008.

 

Tutto questo parte da due Leggi Regionali, la n°1/1986 e la 1/2000 emanate per: “favorire la pianificazione del trasporto di merci e persone in un sistema integrato fra servizi e infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali,  …” tramite il potenziamento di nodi di interscambio definiti “Movicentri”.

Dopo una serie di accordi formali tra la Città di Ivrea, la Regione Piemonte e Rete Ferroviaria Italiana Spa (RFI SpA) venne sottoscritto un Accordo Preventivo in data 22.05.2002 tra la Città di Ivrea e RFI SpA mediante il quale venivano definiti i due lotti di intervento, ma soprattutto si stabiliva che RFI SpA cedesse in diritto di superficie al Comune di Ivrea gli spazi, le superfici e i manufatti di sua proprietà interessate dalle opere progettate” e che “tali aree saranno cedute in diritto di superficie al Comune per un periodo di anni 30 a titolo gratuito”. Pattuizione piuttosto ovvia visto che RFI non ha sborsato un euro né nella fase di costruzione né in quella successiva di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile e men che meno si è sognata di versare IMU e Tassa Rifiuti. La situazione è infatti sempre stata chiara.

Appena costruito il Movicentro ci si è accorti della sua scarsa funzionalità e, la difficoltà nel trovargli una destinazione d’uso congrua, negli anni seguenti alla sua inaugurazione, è un dato oggettivo.

Dopo alcuni tentativi finiti male l’Amministrazione eporediese pubblicò un bando per la gestione di quegli spazi la cui aggiudicazione sarebbe andata al miglior progetto presentato. Tra i progetti gestionali pervenuti venne ritenuto meritevole dell’assegnazione quello della cooperativa ZAC (Zone Attive di Cittadinanza) che cominciò da subito a metterlo in atto ottenendo negli anni seguenti dei buoni risultati a detta di molti. Quegli spazi rimasti vuoti e abbandonati per un certo lasso di tempo cominciarono ad animarsi, a riprendere vita, a vedere sempre più giovani frequentare quel luogo, ad ospitare eventi culturali, dibattiti, mercatini con produttori locali.

Tutto questo tramite un regolare contratto reiterabile nel tempo, ma che, un paio di anni fa, l’attuale Amministrazione ha deciso di non rinnovare nonostante gli importanti risultati ottenuti dai gestori. E’stata preferita la strada di un nuovo bando di assegnazione e fino a qui tutto è rimasto nell’alveo di una ben precisa, quanto legittima anche se da noi non condivisa, scelta politica. Da qui in poi però c’è stato un susseguirsi di questioni che hanno portato a uno stallo lasciando la cooperativa ZAC in un limbo ancora oggi non risolto. La motivazione che ha scatenato tutto questo è stata la constatazione che non fosse ancora stato formalizzato l’atto di cessione del diritto di superficie da parte di RFI alla città di Ivrea, così come chiaramente sancito e accettato dalla parti, tanto che nella bozza di atto notarile, approvata nel Consiglio Comunale giovedi 13 ottobre, si dice testualmente che: “occorre procedere alla formalizzazione della cessione gratuita in favore del Comune di Ivrea della proprietà superficiaria del “Movicentro” […] secondo le previsioni del citato accordo del 22 maggio 2002” che di fatto costituisce il titolo attraverso il quale la Città di Ivrea è entrata nel possesso dell’immobile a tutti gli effetti tanto che la bozza di atto prosegue dicendo: “… dandosi pertanto le parti reciprocamente atto che, essendo stato il Comune di Ivrea immesso nel possesso del Movicentro a decorrere dal 1° settembre 2010 ed avendo esercitato detto possesso in modo continuato e pacifico […] il periodo di anni trenta previsto nella Convenzione deve intendersi decorrere dalla data del 1°settembre 2010 e pertanto la concessione del diritto di superficie dovrà avere termine il 31 agosto del 2040 ”.

Quanto contenuto nella bozza di atto notarile corrisponde alla lettera a quanto noi sosteniamo fin dall’inizio di questa pretestuosa diatriba tanto che sarebbe bastato andare dal notaio due anni fa, dopo aver ovviamente preso contatto con l’attuale proprietaria dell’immobile e cioè Ferrovie dello Stato Italiane SpA, e procedere semplicemente con quanto stabilito nel famoso accordo del maggio 2002. La Giunta eporediese si è invece voluta imbarcare in un percorso tramite il quale essa stessa negava la propria titolarità sull’immobile nonostante il possesso continuato, pacifico, e riconosciuto dalle parti, del Movicentro fin dalla data della sua costruzione.  Sono state accampate negligenze degli uffici riguardo alcuni vizi formali, mai rivendicati dalla proprietà, nella Variante al PRG predisposta dal Comune e prevista dal solito accordo del 2002. E’ stato detto che sarebbe stato necessario redigere una perizia che potesse dimostrare che il valore residuo dell’immobile e quello del diritto di superficie fossero uguali perché non si generasse un conguaglio in denaro tra le parti nonostante gli accordi fossero sempre stati chiari e la cessione del diritto di superficie  avrebbe dovuto avvenire “a titolo gratuito” così come evidenziato nella bozza di atto notarile dove si legge anche che: “per effetto della stipula del presente atto non vengono a sussistere o a permanere reciproci rapporti di credito/debito in relazione  al godimento delle rispettive aree da parte del Comune nonché della società cedente”. La redazione di questa fantomatica perizia, datata maggio 2021 e mai portata a conoscenza dei consiglieri se non ora, rivelatasi poi inutile tanto da non venire nemmeno citata nell’Atto per la Cessione del Diritto di Superficie e nella Delibera del Consiglio Comunale, è stata la scusa per procrastinare nel tempo la regolarizzazione della attività della cooperativa ZAC. Decisione che ha danneggiato la cooperativa se non altro perché senza un contratto per la gestione degli spazi non ha potuto essere beneficiaria di quei contributi pubblici che negli anni precedenti avevano invece premiato la sua progettualità e stendiamo un velo sulle responsabilità che avrebbero potuto sorgere in caso di incidenti.

Va inoltre evidenziato che dopo tutto questo tempo la cessione del diritto di superficie sarà comunque parziale perché, dopo la scissione parziale di RFI SpA a favore di Ferrovie dello Stato Italiane SpA del giugno 2012 la proprietà dell’area su cui insiste il Movicentro è stata suddivisa tra le due nuove società. Alla domanda da noi posta in Consiglio Comunale alla Vicesindaco sulla possibilità di procedere con il bando per l’assegnazione della gestione dei locali a seguito di questo primo atto è stato riposto di sì, staremo a vedere.

Ciò che lascia l’amaro in bocca di questa vicenda è che fin dall’inizio la minoranza tutta si è resa disponibile a trovare delle soluzioni il meno onerose possibili sostenendo che ciò che mancava fosse solo la formalizzazione di un scelta già fatta in maniera formale nel 2002 e che sarebbe bastato andare  dal notaio per  predisporre l’atto così come è stato fatto ora. Si è invece voluto dimostrare l’indimostrabile e sono stati affidati incarichi esterni, ovviamente a carico dei cittadini, per la redazione di pareri legali e perizie il cui costo sarebbe utile quantificare per valutare quali spese siano prioritarie per questa  Amministrazione. Un’ultima annotazione è legata al fatto che non è la prima volta che questa Giunta inesperta, nonostante i 4 anni e mezzo di consiliatura, piuttosto che riconoscere di aver sbagliato o di aver valutato male una questione facendo un passo di indietro tende a prendere di petto le questioni negando fatti e atti oggettivi e questa non è certo quella che  si può definire una “buona pratica amministrativa”.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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