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Lunedì, 13 Settembre 2021 22:11

Tre indizi fanno una prova

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Agatha Christie, la più grande scrittrice di gialli al mondo, oltre che per i suoi romanzi è ricordata anche per la famosa frase: «un indizio è un indizio, due sono una coincidenza, tre diventano una prova». Con tutti i distinguo del caso prendiamo in prestito le sue parole per evidenziare quella che sta diventando un’abitudine dell’attuale maggioranza di governo cittadino, con particolare riferimento a qualche componente della Giunta eporediese, ma andiamo per ordine.

 

Fino a qualche mese fa, diciamo più o meno fino al bilancio di previsione 2021, per giustificarsi del poco o nulla che è stato concretizzato nei primi tre anni di mandato, rispetto alle molte promesse fatte in campagna elettorale, l’esecutivo ripeteva come un mantra che governare una città non è cosa facile e che c’era molto da imparare essendo tutti, o quasi, neofiti dell’amministrazione pubblica. A onor del vero una persona esperta di amministrazione c’era; parliamo ovviamente dell’ex vicesindaca Ballurio che dopo essersi sbattuta per cercare di rimettere in piedi una gestione delle manutenzioni, smantellata nel tempo dai suoi ex compagni di partito, è stata messa alla porta perché non allineata al nuovo corso di centro-destra a trazione leghista. Ma questa è un’altra storia legata ad un modo di far politica che non ci appartiene e dal quale ci troviamo ad una distanza siderale.

Passata la prima fase di “apprendimento” hanno raccontato di essere passati alla fase della “progettazione” per cui ci saremmo aspettati in questo 2021 di vedere progetti su progetti, magari a partire da quello della Biblioteca, ma, almeno per ora, non abbiamo visto proprio nulla fatta salvo la discutibile sistemazione di Piazza Maretta per ora rimasta solo una buona intenzione. Angolino della città che con una bella rinfrescata alle facciate degli antichi palazzi che lo circondano, qualche panchina, un po’ di verde e l’eliminazione di inutili stalli a pagamento per automobili che potrebbero parcheggiare nelle vicine piazza Borgoglio o in via Aldisio nel parcheggio del Ghiaro, potrebbe diventare un’area pedonale dove fermarsi a fare quattro chiacchiere, leggere un giornale, bere un caffè nel cuore accogliente del centro storico.

Ma torniamo ad Agatha Christie. Da qualche tempo si ripete una curiosa attività da parte di qualche componente della Giunta che consiste nell’andare a scovare nei polverosi archivi del’Ufficio Tecnico documenti che evidenzierebbero errori ed omissioni commessi non si sa bene da chi. Seguono relativi titoloni sui giornali per poi accorgersi che forse non si trattava di scoperte così dirompenti quanto piuttosto di normali questioni mal gestite come purtroppo capita spesso nella Pubblica Amministrazione. Il nostro modo di vedere le cose è che invece di urlare: “al lupo al lupo” sarebbe stato meglio rimboccarsi le maniche e collaborare con gli uffici per risolvere i problemi senza tanto clamore.

I lettori più attenti avranno certamente capito che ci riferiamo:

  • alla vicenda del Movicentro che dopo oltre un anno di discussioni e continue promesse non si è ancora risolta mettendo a  rischio la sopravvivenza stessa di una realtà viva e vivace intorno alla quale ruotano anche molti giovani.
  • Alla scoperta, data come sensazionale, di ciò che praticamente tutti sapevano e cioè che l’Anfiteatro Romano e il parcheggio sovrastante su Corso Vercelli sono in parte del Comune e in parte del Demanio che da tempo immemore si è reso disponibile a cederlo gratuitamente al Comune. (Nel nostro programma elettorale ipotizzavamo infatti l’acquisizione dell’intera area creando un parcheggio che potesse servire sia per l’utilizzo dell’area archeologica sia per rendere disponibili dei posti auto per i clienti dei negozi dei corsi Massimo D’Azeglio e Vercelli).
  • L’ultima uscita, che risale alla settimana scorsa, è la presunta pericolosità dell’edificio nord dell’ex Caserma Valcalcino, parzialmente ristrutturato all’inizio degli anni 2000, dove hanno sede da decenni diverse associazioni, alcune aule scolastiche e una Direzione didattica. In questo caso il documento che dichiarerebbe la rischiosità di quel sito parrebbe essere una perizia sull’edificio sud (quello oggi vuoto) dei tecnici della Città Metropolitana, di oltre 10 anni fa, elaborata sulla scia emotiva della triste vicenda del Liceo Darwin di Rivoli dove il crollo parziale di un controsoffitto, probabilmente causato dal distacco di un pesante tubo in ghisa, causò la morte del giovanissimo studente Vito Scafidi. Premesso che la sicurezza delle scuole e degli edifici pubblici deve stare al primo posto negli investimenti della Pubblica Amministrazione nel caso specifico va precisato che la perizia, che non ci è stata resa disponibile in una Capigruppo urgente convocata per venerdì scorso quindi possiamo parlare solo per ciò che ci è stato detto, non parlerebbe esplicitamente di pericoli statici o di crollo. Va inoltre rimarcato, cosa piuttosto inedita, che le criticità evidenziate in perizia nell’edificio sud “per analogia” sono state estese a quello nord. Ma di questo si sta parlando in altri luoghi e diremo la nostra in sede istituzionale.

I punti sopra evidenziati hanno la caratteristica comune di basarsi su documenti datati che, secondo qualcuno, avrebbero causato e stanno causando un danno alla città. Tutti questi documenti, che non sono stati minimamente discussi nè con la minoranza, né in commissione, si porterebbero appresso una presunta dote di negligenza, sia politica che tecnica, nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico durante precedenti amministrazioni. Il che ci pare un fatto sufficientemente grave, se fosse vero, tanto da dover appurare quali siano state le responsabilità dell’inazione di chi avrebbe dovuto agire e non l’avrebbe fatto.

Ritornando alle fasi della maggioranza, precedentemente descritte, dell’apprendimento e della progettazione parrebbe quindi aggiungersene una, in questo periodo di fine mandato, che è quella dello scarica barile su chi c’era prima. Ma su queste cose c’è poco da scherzare e se possono venire accettate nei primi mesi di mandato ora, dopo tre anni di governo, non lo sono più. Come abbiamo più volte detto anche in sede istituzionale se si ipotizzano, da parte di chi governa, errori ed omissioni così rilevanti e li si può dimostrare si proceda senza indugio con i passi, politici e/o giudiziari, che da questi possono derivare altrimenti è meglio non alzare polveroni, non supportati da fatti concreti, che possono mettere in cattiva luce la reputazione di funzionari e amministratori del passato.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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