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Mercoledì, 12 Febbraio 2014 22:09

Il PEC di Via dei Chiodi 2

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L'ennesima occasione persa per una progettazione del territorio partecipata

Si è fatto un gran parlare nelle ultime settimane del Piano Esecutivo Convenzionato di via di Chiodi e come lista civica abbiamo preso una nostra posizione, presentando anche una mozione che verrà discussa nel Consiglio Comunale del 10 febbraio. Proviamo a spiegare il nostro punto di vista partendo da una breve sintesi dell'oggetto. Si parla di un'area normativa definita “Ambito di trasformazione” sulla quale si può edificare con dei parametri di superficie pre-definiti che riguardano tre tipologie: ACE dove si concentra l'edificazione, VE dove si concentra il verde privato e VS destinata a verde, mobilità, servizi pubblici e d'interesse collettivo. E' su quest'ultima area, quella pubblica, che dovrà essere pari al 70% dell'intera superficie, che concentriamo la nostra attenzione così come hanno fatto i residenti del quartiere. Va anche detto che le opere cosiddette di urbanizzazione primaria possono essere realizzate utilizzando gli oneri di urbanizzazione che il proponente dovrà versare nelle casse comunali e si parla di qualche decina di migliaia di euro.

Pur non condividendo un PRG che permette la costruzione di migliaia di metri cubi in un contesto ormai saturo in una situazione, per di più, dove si trovano, sparsi per la città, centinaia di alloggi in vendita o sfitti, nessuno, o quasi, contesta la parte di PEC che riguarda l'area da edificare e le sue aree pertinenziali.
Ciò che rimane incomprensibile è l'atteggiamento del Sindaco e dell'Assessore competente nei confronti della destinazione dell'area pubblica per la quale i residenti nell'area da mesi chiedono un incontro che è stato promesso, ma sempre procrastinato nel tempo per arrivare al 22 gennaio scorso, data nella quale il PEC è stato pubblicato. Trattandosi di un Piano “Esecutivo” Convenzionato ci si aspetterebbe di vedere definite le aree pubbliche e invece si trovano due planimetrie: una completamente diversa dall'altra e non si sa quale sia quella cogente, ammesso che ce ne sia una. Serve tenere presente che in base ai contenuti delle planimetrie di piano andrebbe poi sottoscritta una convenzione tra il Comune e il privato nella quale si definiscono compiti e costi dell'uno e/o dell'altro. Per fare questo servirebbe però avere le idee chiare. Le idee sono talmente poco chiare che l'unica opera veramente necessaria e cioè l'allargamento di via dei Chiodi, salvaguardando i tipici “tupiun”, non è stata considerata per cui le difficoltà riguardo la viabilità già ben evidenti oggi non potranno che peggiorare.
Dopo l'ennesimo slittamento da parte dell'assessore Codato gli abitanti del quartiere hanno organizzato un incontro pubblico, con parecchie persone che non sono riuscite ad entrare, all'oratorio di S.Lorenzo sabato 1 febbraio al quale, per l'amministrazione, ha partecipato il vice sindaco Capirone che ha tentato di rispondere alle domande poste, ma sulle questioni prettamente tecniche e sulle promesse non mantenute da altri non sapeva cosa dire. Gli riconosciamo comunque la buona volontà.
Come detto in precedenza, come gruppo consiliare abbiamo presentato una mozione con la quale chiediamo al Sindaco ed alla Giunta di impegnarsi per fermare l'iter procedurale del PEC e se ciò non fosse possibile di prendere iniziativa per rendere più trasparente e partecipativo tale iter di approvazione. Se anche la legge regionale dice che l'approvazione è competenza della Giunta ciò che noi chiediamo è di portare sui banchi del Consiglio Comunale le prossime varianti di PRG per poter dare vita ad una discussione fattiva all'interno dell'organismo deputato a rappresentare gli elettori. Ciò che noi auspichiamo e ripetiamo da tempo è anche un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle varie iniziative pubbliche che interessano i beni comuni comprese quindi le aree dismesse al Comune nei PEC.
Ciò che evidenziamo fin dalla data di insediamento della nuova amministrazione è la scarsa considerazione, da parte dell'attuale maggioranza, dei cittadini, ma anche dei Consiglieri Comunali. Le mozioni presentate da Consiglieri di minoranza vengono magari votate ma quasi mai attuate, le commissioni consiliari vengono convocate solo a giochi già fatti e mai prima per cercare di risolvere in maniera condivisa i problemi della città, la conferenza dei capigruppo viene sempre convocata senza ordine del giorno e del materiale necessario per avere contezza degli argomenti da trattare, i verbali delle commissioni (salvo, parzialmente, quella Assetto del territorio) non vengono mai portati a conoscenza dei consiglieri.
L'area di via S. Michele-via dei Chiodi potrebbe essere un esercizio di vera partecipazione e noi abbiamo dato la nostra disponibilità a fare la nostra parte. Basterebbe un po' di buona volontà da parte della maggioranza. I residenti peraltro da tempo hanno costituito un'associazione molto attiva che si chiama Bosco di S.Michele che ha elaborato una serie di proposte interessanti per l'utilizzo dell'area e non aspettano altro che di poterne discutere con l'amministrazione.
Giungono notizie dell'ultima ora che dicono che sia stato convocato un incontro pubblico per martedi 11 febbraio e che la giunta si renda ora disponibile a discutere della destinazione dell'area. Siamo lieti della buona novella peccato che nel frattempo sia stato pubblicato il PEC e che l'iter di approvazione si è avviato ed entro il 21 febbraio andranno consegnate le “osservazioni”. Ricordiamo che le osservazioni non sono proposte generiche di modifica ma specifici elementi di piano messi in discussione e devono riguardare solamente l'area interessata dal PEC mentre la nostra proposta e quella dei residenti è quella di prendere in considerazione anche il contesto circostante perchè non si può parlare di viabilità, dotazione di verde pubblico, servizi, ecc. senza avere una visione allargata. L'urbanistica funziona così.
Visto che è abitudine diffusa strumentalizzare ogni idea proposta dalla minoranza sottolineiamo che la nostra iniziativa riguarda la definizione dell'area in dismissione al Comune (il bene comune) e non mette becco su quanto legittimamente progettato dal proponente al quale dovrebbero anche essere garantiti tempi non biblici per poter pianificare la propria attività.
E' chiaro che la partecipazione andrebbe fatta prima ma ora ci troviamo in mezzo al guado. Vediamo cosa la maggioranza proporrà e se si riuscirà a mettere una pezza a questo pasticcio, ma soprattutto speriamo si faccia tesoro di questa esperienza per non ripetere, con il prossimo PEC, gli stessi errori.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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